Il riccio africano (Atelerix albiventris) è un piccolo e simpatico animale domestico.
Non va confuso col riccio europeo, che non può essere tenuto in casa.
Questo simpatico mammifero, invece, può essere allevato e tenuto regolarmente in casa come pet..
Scopri come vivere al meglio questa meravigliosa esperienza.
Caratteristiche di un riccio africano
Il riccio africano è un mammifero insettivoro, appartenente alla famiglia Erinaceidae, un gruppo di mammiferi che comprende ricci e gimnuri.
È originario dell’Africa subsahariana; in natura popola le zone del Senegal, Mauritania, Sudan, Zambia.
Il nome scientifico è Atelerix albiventris, ma è spesso noto anche coi nomi di riccio dal ventre bianco, quattro dita o riccio pigmeo.
È il più piccolo tra i ricci e, a differenza del porcospino che è molto tagliente, questo mammifero non è pericoloso.
È, infatti, sempre più amato come animale da compagnia.
Ha una lunghezza compresa tra i 15 e i 20 cm e un peso tra i 250-600 grammi; il maschio è più grosso della femmina.
Le sue spine sono lisce, simili alle setole di una spazzola; hanno una lunghezza di circa 0,5-1 cm.
Sono composte da cheratina, che le rende leggere ed elastiche.
Al di sotto delle spine, c’è un tessuto sottocutaneo e adiposo e, ancor più sotto, un muscolo che si contrae e consente alla cute spinosa di stringersi intorno all’animale.
Gli aculei dei ricci africani sono più chiari rispetto a quelli del riccio comune.
In realtà, ilcolore di questo mammifero può essere vario: oltre al tipico colore ancestrale bianco e marrone, si sono aggiunti l’albino, il chocolat, il pinto e il cinnicot.
Tra le mutazioni più particolari, troviamo gli esemplari “odd eyed” (con gli occhi di differente colore) e gli “spotted face” (col viso a macchie).
Questi simpatici pet hanno zampette corte, con cinque dita su quelle anteriori e quattro nelle posteriori.
La loro andatura è abbastanza lenta ma, se serve, possono anche compiere scatti improvvisi.
La vita media di un riccio africano, in natura, si aggira intorno ai 3-4 anni; in cattività possono arrivare anche fino a 10 anni.
Dopo 6 mesi dalla nascita, si considera già adulto.
La lunghezza e la salute della sua vita, dipendono molto anche da come te ne prendi cura.
Conoscere le sue caratteristiche ed esigenze diventa, dunque, importantissimo.
Distinzione del sesso dei ricci africani
Oltre alle già citate differenze riguardo la grandezza, diversi sono anche i genitali, abbastanza visibili e facilmente differenziabili.
In molti ricci africani maschi adulti, inoltre, potrai osservare spine allungate totalmente bianche, rare o assenti nel riccio africano femmina.
Questi aculei consentono di distinguere i maschi dalle femmine anche da appallottolati.
Riproduzione del riccio africano
Come già visto, i ricci africani iniziano la fase della maturità già a partire dai 2 mesi fino ai 6.
Da questo momento possono riprodursi; la stagione riproduttiva dura tutto l’anno.
Se sei alle prime armi con la gestione dei ricci, ti sconsiglio di partire subito con una coppia: questa ha esigenze precise, a volte diverse dal singolo esemplare.
Ad ogni modo, ti lascio qualche utile informazione e piccoli consigli di gestione.
La gestazione di questi mammiferi dura 34-37 giorni; la media di una cucciolata si aggira intorno a 3 piccoli.
Durante la gravidanza, ti consiglio di separare la coppia ed evitare ogni stress per la femmina: se percepisce disturbo o è spaventata, può anche uccidere o abbandonare i cuccioli.
Se la femmina è più abituata ad essere maneggiata, può darsi che sopporti meglio anche le piccole intromissioni nella crescita dei piccoli, senza sfociare in atti di abbandono o cannibalismo.
Appena nati, i piccoli pesano 10g, non hanno spine e stanno ad occhi chiusi.
Gli aculei crescono già nelle prime ore di vita; gli occhi, invece, si aprono verso i 13-16 giorni e lo svezzamento risulta completo a 4-6 settimane.
Comportamento in natura del riccio africano
L’Atelerix albiventris è un animale notturno, che dorme di giorno ed è maggiormente attivo di notte.
Trascorre le giornate nei tronchi degli alberi o nei crepacci del terreno; di notte esce per cacciare vermi, lumache e insetti.
Si muove con facilità grazie al suo olfatto sviluppato.
Ha anche un udito spiccato, che gli permettere di comunicare con gli altri ricci e di evitare il nemico.
Quando mette in atto il suo classico atteggiamento di appallottolarsi?
Anche se ti sembrerà tenerissimo in quel momento, in realtà il riccio africano si comporta così quando si sente in pericolo; se minacciato, emette anche sibili e sputa.
In generale i ricci africani sono animali molto solitari: l’incontro coi simili porta atteggiamenti agonistici e difensivi, tra cui erezione delle spine, vocalizzazioni e attacchi.
Interrompono la solitudine nel periodo del corteggiamento e della riproduzione.
Ancora, a differenza del riccio europeo, non vanno in letargo.
Carattere in cattività del riccio africano
Nonostante siano animali solitari, negli allevamenti i ricci africani vivono spesso ammassati, con conseguenti aggressioni, casi di infanticidio o cannibalismo.
Oltre a tutto ciò, si viene ad alterare anche il naturale ritmo sonno diurno – veglia notturna.
Qualora tu stia pensando o tu abbia già accolto uno di questi piccoli cuccioli nella tua casa, ti prego di conoscere a fondo le sue esigenze, così da donargli salute, amore e rispetto.
Il riccio africano domestico è, in genere, tranquillo ma anche curioso e divertente.
Pur essendo un animale selvatico, si lascia addomesticare e coccolare, seppur con i suoi modi e tempi.
In generale, ti consiglio di avvicinarti al tuo riccetto quando è di umore tranquillo; sii paziente e calmo, imparerete ad essere ottimi compagni.
Questo ti consentirà di stabilire un legame di fiducia con lui e di superare il muro della sua grande timidezza.
Inizierà, magari, ad accettare il cibo dalle tue mani o lo vedrai “srotolarsi” per farsi fare coccole e grattini sotto la pancia.
Ma ricorda: potrebbe comunque conservare il desiderio di fuggire.
Lascialo girovagare e curiosare ogni tanto fuori dalla gabbia, in casa o in giardino.
Nel frattempo, fai sempre sentire la tua presenza, donagli sicurezza.
Per quanto tranquillo e pacato, ti consiglio di stare comunque attento a non disturbare il tuo peloso quando non è in vena: potresti sentire i suoi aculei.
In realtà, oltre al noto comportamento di appallottolarsi mostrando le spine, i ricci africani adottano anche un altro tipo di difesa detta anting.
In cosa consiste?
Quando questi piccoli si trovano in presenza di sostanze sconosciute, iniziano a leccare prima l’oggetto ignoto, poi a salivare e cospargere il proprio corpo con la schiuma prodotta.
Il significato di questo comportamento non è molto chiaro: forse è un modo per trasferire il loro odore sull’oggetto e su se stessi.
Ad ogni modo, il tuo piccolo riccio domestico saprà sempre farti comprendere il suo fastidio, anche emettendo suoni che vanno dal sibilo, allo sbruffo o al grugnito.
Prova disagio con luci accese e spente in continuazione, con rumori forti quali televisione, radio, squillo del telefono o per odori artificiali, come profumi, detersivi, deodoranti.
Ancora, continui spostamenti dell’alloggio possono essere per lui fonte di stress, così come la presenza di altri animali quali cani e furetti, di cui è preda.
Rispetta la sua natura e sarai ricompensato dalla sua fiducia e affetto.
Alimentazione del riccio africano
I ricci africani domestici sono onnivori; più nello specifico, insettivori.
In natura si nutrono di:
- insetti
- vermi
- piccoli vertebrati
- lucertole
- serpentelli
- piccoli topolini
- foglie
- radici
- frutta
In cattività non sempre viene rispettata una dieta adeguata, con cibo eccessivamente calorico o fin troppo proteico.
I casi di obesità sono infatti molto frequenti, così come le malattie del cavo orale e gastrointestinale o addirittura tumori.
Innanzitutto, è bene dare al tuo riccio africano insetti come tarme della farina, tarme del miele e grilli.
A questi, spesso si possono affiancare integratori di sali minerali e vitamine reperibili in commercio.
È importante, in generale, che il tuo amico abbia un’alimentazione con un’adeguata quantità di calcio – per evitare problemi di ipocalcemia – e una giusta quota proteica (ma senza eccedere).
Ancora, puoi somministrare piccole quantità di frutta, come anche fagioli e carote cotti, verdura cruda, carne cotta, uova sode.
Dovrai assolutamente evitare latte bovino e/o latticini, anche se il tuo riccetto ne va ghiotto.
Sono alimenti che, purtroppo, possono causare dissenteria.
Sono da evitare anche pane, pasta, cereali, carne cruda, patate, affettato, pesce e crostacei.
Come creare il perfetto alloggio per il tuo riccio africano
L’Atelerix albiventris, pur essendo piccino, ha bisogno di molto spazio per muoversi, giocare, fare esercizio.
Ricorda che è un animale solitario, preferisce stare da solo.
L’alloggio dovrebbe essere di almeno 60x120cm; evita gabbie per conigli o roditori, il tuo cucciolo potrebbe tentare la fuga.
In generale, però, se sarà soddisfatto del suo spazio, avrà meno voglia di scappare altrove.
La gabbia deve avere preferibilmente fondo e pareti lisce (o, al massimo, con sbarre a maglia molto fitta), così che non possa arrampicarsi.
Per il fondo puoi utilizzare segatura, pellet di carta riciclata o tutolo; fai particolare attenzione alla pulizia, così da evitare problemi di dermatiti da contaminazione fecale e da urina.
Evita cotone, stoffa o stracci, per escludere il pericolo di ingestione di fibre.
Oltre agli essenziali come lettiera, ciotole per cibo e beverini, altri due elementi non possono mai mancare nella gabbia del tuo riccio africano:
- nascondigli, ricavabili da cassette, tubi di plastica o reperibili nei negozi specializzati;
- una ruota per i suoi esercizi.
Colloca il tuo cucciolo in una stanza tranquilla, poco illuminata e soprattutto calda, intorno ai 25-30°C.
Anche nella stagione fredda ti consiglio di porre nell’alloggio fonti di calore, ad esempio tappetini riscaldanti o lampade; diversamente, il tuo cucciolo potrebbe essere maggiormente esposto a infezioni respiratorie.
Ovviamente, evita il contatto troppo diretto col sole.
Riccio africano: salute e controlli di routine
Questo pet non necessita di vaccino, ma ti consiglio 1-2 controlli l’anno, presso un veterinario esperto.
Se il tuo riccio è abbastanza docile, magari sarà possibile una visita sommaria senza che si appallottoli.
In caso contrario, o per visite più approfondite, è necessaria una sedazione che permette, per fortuna, un rapido risveglio.
Questi controlli consentono di prevenire alcune delle malattie più frequenti nel riccio africano, ad esempio:
- obesità
- malattie della pelle
- acari
- infezioni respiratorie
- malattie neurologiche
CITIES
Il riccio africano è considerato un animale domestico di tipo esotico, come lo sono ad esempio anche i conigli.
Pertanto non è soggetto alla normativa C.I.T.E.S. ossia la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione.
È il riccio europeo, invece, ad essere tutelato dalla legge; qui in Italia, infatti, è vietato tenerlo in casa.
Quanto costa un riccio africano?
Il prezzo dei ricci africani oscilla tra i 70 e i 150 euro, a seconda della colorazione e del sesso.
Mutazioni particolari come ad esempio il riccio africano albino può presentare un prezzo maggiore rispetto al riccio africano ancestrale.
Non dimenticare che, a questa cifra, si aggiungerà il costo di alloggio, accessori, cibo, lettiera.
Una spesa più ingente all’inizio, a cui seguiranno poi i costi di mantenimento e quelli medici.
In teoria, mensilmente la spesa media va dai 20 ai 40 euro.
Queste informazioni possono sicuramente aiutarti a scegliere con maggiore consapevolezza di quale piccolo amico vorrai prenderti cura.