Tartaruga d'Acqua Dolce

La tartaruga d’acqua dolce è un rettile ed appartiene all’ordine dei Cheloni. 

A differenza delle testuggini, le tartarughe acquatiche possono vivere in acqua dolce e salata.

Famose per la longevità e la timidezza, sono uno degli animali non convenzionali più popolari in Italia, tra i più interessanti da tenere in casa.

In questo articolo ci occuperemo delle tartarughe d’acqua dolce.

Se sei interessato al mondo delle tartarughe ti suggerisco la lettura dell’articolo “La Tartaruga” nel quale troverai una descrizione generale e molti consigli su come prendertene cura.

Habitat di origine della tartaruga d’acqua dolce

Tartaruga d'acqua dolce
Un bellissimo esemplare di tartaruga acquatica adagiata su una pietra e riscaldata dai tiepidi raggi solari di inizio primavera.

La tartaruga d’acqua dolce appartiene al Genere Trachemys ed è originaria dell’America, soprattutto da Stati Uniti orientali, Messico, Carolina, Virginia, Georgia.

Da qui, viene esportata in tutto il mondo anche grazie alle sue ottime capacità di adattamento.

Oggi infatti prolifera anche in zone come Spagna, Francia, Italia.

È molto probabile trovare le tartarughe d’acqua dolce vicino a corsi d’acqua calmi, tranquilli, con tronchi e sassi emersi per esporsi al sole.

Forse non sai, però, che questi rettili sembrano dolci, pacati e timidi ma non lo sono poi così tanto.

A partire dal 2017, infatti, le tartarughe acquatiche rientrano nell’elenco europeo delle specie esotiche invasive: se rilasciate nell’ambiente, la maggior parte di esse di solito muore in breve tempo; quelle che sopravvivono, diventano predatrici di animali e piante acquatiche.

Questo processo modifica l’intero equilibrio dell’ecosistema colonizzato.

Caratteristiche della tartaruga d’acqua dolce

In questa sezione ti proporrò le caratteristiche e le esigenze di cura delle tartarughe di acqua dolce: sono queste, infatti, ad essere ormai sempre più presenti nelle nostre case come animali domestici.

Il carapace (ovvero la parte superiore del guscio) si caratterizza per il suo profilo basso; in generale, le dimensioni di questi rettili vanno da pochi centimetri fino a tre metri.

La loro vita media si aggira sui 30 anni, ma molto dipenderà anche da come te ne prenderai cura.

Come distinguere il sesso di una tartaruga acquatica?

Guarda innanzitutto le dimensioni: le femmine di tartaruga d’acqua dolce possono raggiungere i 30 cm, invece maschi di tartaruga d’acqua dolce 20 cm.

Questi hanno inoltre una coda lunga e grossa alla base, unghie lunghe e piastrone concavo per favorire l’accoppiamento.

Nelle femmine, il piastrone è più piatto per accogliere le uova.

Varietà di tartarughe d’acqua

Tartaruga dalle orecchie rosse
In foto una tartaruga dalle orecchie rosse

Sono molte le razze di tartarughe acquatiche; puoi distinguerle e riconoscere la tua attraverso alcuni tratti peculiari, dimensioni o provenienza.

Le più comuni e facilmente reperibili come animali domestici sono:

  • tartaruga dalle orecchie rosse, una delle razze più diffuse, contraddistinta da macchie rosse ai lati della testa;
  • tartaruga dalle orecchie gialle, caratterizzata da striature gialle su collo, testa e zona ventrale;
  • tartaruga dalle orecchie arancioni o tartaruga di Cumberland, col carapace a macchie gialle e nere;
  • tartaruga naso di porcello o Carettochelys insculpa, il cui naso ricorda un grugno.

Come creare un ambiente adatto alla tua tartaruga acquatica

Tartaruga d'acqua dolce in casa

La prima cosa che devi ricordare per creare un ambiente utile alla tua tartaruga d’acqua domestica, è che questi esemplari amano il sole e, ovviamente, l’acqua.

È quindi fondamentale che faccia il pieno di vitamina D, la cui carenza provoca la deformazione del carapace e problemi di crescita

In natura, le tartarughe cercano di istinto zone dove prendere il sole; per quelle domestiche dovrai essere tu a ricreare un habitat adatto, con almeno un punto sopraelevato ed esposto ai raggi solari. 

L’ideale sarebbe un laghetto in giardino, ma non tutti hanno lo spazio necessario.

Quindi non disperare: puoi garantire ugualmente una vita soddisfacente alla tua piccola amica, usando un valido acquaterrario.

Sono da evitare le classiche e minuscole vaschette in plastica: perché la tua tartaruga sia felice – e soprattutto in salute – devi concederle adeguate attenzioni e spazio.

Zone anguste e poco adeguate, possono infatti generare molte malattie, anche mortali.

Le tartarughe – pur essendo animali non convenzionali – sono tra i pet maggiormente presenti nelle nostre case, scelti in quanto ritenuti poco impegnativi; si crede richiedano poche attenzioni, le quali sono invece molto particolari.

Quando inizi ad allestire la zona, ricorda anche che questi rettili possono crescere molto: non fermarti alle loro piccole dimensioni iniziali, in pochi anni possono raggiungere grandezze notevoli.

Habitat di una tartaruga d’acqua: come organizzarlo in casa

Terra-acquario per tartarughe d'acqua dolce

Ecco alcuni consigli ed elementi utili per un ambiente salubre e funzionale:

  • temperatura mai inferiore ai 20°;
  • termostato che, immerso nell’acqua, mantiene la temperatura costante;
  • filtro da acquariologia, per asportare le deiezioni e ridurre il carico ammoniacale dell’acqua;
  • una lampada per diffondere raggi UVA e UVB (utili alla fissazione del calcio e della vitamina D e per stimolare l’ipofisi);
  • fondo coperto di ghiaia, non troppo fine e con una zona asciutta (legno, sassi o rocce), arricchito eventualmente con piante (non di plastica).

Habitat esterno di una tartaruga d’acqua

Se la tua tartaruga vive all’esterno, cerca di garantirle un laghetto profondo almeno 1 metro, con un fondo di terriccio-fango.

Il laghetto o lo stagno da giardino può ospitare anche altri animali come, ad esempio, le carpe koi oppure dei pesci rossi.

Ovviamente ricorda di tenerlo pulito e di cambiare l’acqua sporca.

Nel periodo estivo non è necessario avere particolari accorgimenti, se non quello di mettere in sicurezza il giardino così che la tartaruga non possa scappare né possano entrarepossibili predatori.

Nel periodo invernale i rischi principali riguardano il brusco abbassamento della temperatura.

Le tartarughe in natura vanno in letargo, ma per i neonati, gli esemplari fino a 2-3 anni e le tartarughe in cattività è abbastanza sconsigliato: è meglio che restino in terrari riscaldati, senza andare in letargo.

In questo caso ti consiglio di usare una lampada a ultravioletti, con regolare alimentazione. 

Cosa mangiano le tartarughe d’acqua

Le tartarughe d’acqua sono tendenzialmente onnivore, ma la loro alimentazione cambia con la crescita: principalmente carnivore da giovani, diventano quasitotalmente vegetariane negli anni.

Ti consiglio di impostare la dieta della tua tartaruga in modo che sia più simile possibile a quella in natura:

  • alghe;
  • gamberetti;
  • pesce (latterini, gambusie, trote, salmoni, alborelle, cavedani, carassi, scadole);
  • carne macinata (pezzetti di pollo, tacchino, coniglio);
  • insetti;
  • verdure (tarassaco, radicchio rosso, cicoria, dente di leone, trifoglio, insalata belga, spinaci, cavoli, malva e piante acquatiche).

Insieme all’habitat, anche l’alimentazione contribuisce notevolmente ad una vita lunga e sana.

In commercio puoi trovare una grande varietà di mangimi, a cui dovrai aggiungere alimenti reperibili in natura.

Ti consiglio di scegliere mangimi sotto forma di stick, che permettano alle tartarughe di nutrirsi in superficie ed evitare, così, dispersione di cibo: questa potrebbe causare inquinamento dell’acqua e cattivi odori.

Non eccedere con le quantità: si rischiano disturbi di digestione, obesità, accumulo di grasso contro il carapace.

Non dare mai più cibo di quanto riesca ad assimilare in pochi minuti.

Evita cibi freddi, frutta, prodotti in scatola come tonno (sia sott’olio sia al naturale), cibo per altri animali come cani e gatti.

Tartarughe d’acqua e legislazione

Ti ho già anticipato come la questione tartarughe ed ecosistema sia molto delicata.

A tal punto che sono state necessarie precise misure legislative: nello specifico, ti segnalo il D.Lgs 230/2017, che adegua la normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento 1143/2014 dell’Unione Europea.

Norme volte a prevenire e gestire l’introduzione di specie esotiche invasive, oltre a ridurne il commercio nell’Unione Europea e le conseguenze negative su biodiversità e salute umana.

Ti ricordo, ancora, che contro l’abbandono di animali esistono ulteriori normative, le quali condannano tassativamente tale pratica e prevedono fino a 3 anni o ammenda dai 10.000 a 150.000 euro.

Queste informazioni sono utili sia in caso tu ne possieda una, sia se dovessi trovare degli esemplari abbandonati.

È un modo per amare il tuo pianeta e chi lo abita, uomo compreso.

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